La letteratura scientifica sull’integrazione con amminoacidi è molto vasta e dettagliata, tuttavia sono pochi gli studi che analizzano nello specifico le differenze tra soggetti giovani e anziani.
Gli amminoacidi sono delle molecole organiche e rappresentano le unità costitutive delle proteine. In natura conosciamo 20 amminoacidi proteinogenici.
A livello didattico, gli amminoacidi possono essere classificati in 4 gruppi:
- ESSENZIALI, non possono essere sintetizzati dall’uomo e devono essere introdotti con l’alimentazione (valina, leucina, isoleucina, fenilalanina, triptofano, treonina, metionina e lisina)
- SEMI-ESSENZIALI, possono essere sintetizzati a partire da aminoacidi essenziali (cisteina e tirosina)
- CONDIZIONATAMENTE ESSENZIALI, in alcune condizioni fisiopatologiche non sono sintetizzati a velocità sufficientemente elevata (arginina, glicina, glutammina, prolina e taurina)
- NON ESSENZIALI, possono essere sintetizzati dall’uomo in quantità sufficiente a soddisfare le esigenze metaboliche (arginina, alanina, acido aspartico, cisteina, acido glutammico, glicina, prolina, serina, tirosina, asparagina, istidina e glutammina)
Indice
Amminoacidi e sarcopenia
Il processo di invecchiamento è spesso accompagnato da sarcopenia.
La sarcopenia è una condizione caratterizzata da perdita di massa e forza muscolare, con compromissione funzionale e possibili esiti avversi. Tra i principali eventi avversi sono inclusi:
- maggiore rischio di cadute
- disabilità
- ricovero
- morte
Per capire come cambia il metabolismo durante il processo di invecchiamento, molti studi hanno misurato la concentrazione dei metaboliti nel plasma di giovani e anziani.
Una chiara comprensione degli effetti dell’invecchiamento sul metabolismo degli aminoacidi è di cruciale importanza poiché i disturbi metabolici indotti dall’invecchiamento potrebbero servire da potenziali bersagli terapeutici.
I soggetti anziani hanno mostrato concentrazioni più basse degli amminoacidi glicina, istidina e alanina. Al contrario, hanno mostrato livelli più alti di glutammato e ornitina. Poiché le concentrazioni plasmatiche sono correlate alla capacità di smaltimento dei substrati corrispondenti, la concentrazione più elevata di alcuni aminoacidi nel gruppo più anziano potrebbe essere correlata a una riduzione dei tassi di clearance (smaltimento) per questi stessi aminoacidi.
Anche se nei soggetti anziani sono stati osservati cambiamenti nella concentrazione plasmatica di vari amminoacidi, non è ancora chiaro se tali cambiamenti siano riferibili a disturbi nella produzione amminoacidica in tutto il corpo o dipendano da alterazioni dell’interconversione.
Giovani e anziani: uno studio li mette a confronto
Uno studio recente, pubblicato nel 2018 sulla rivista scientifica Metabolism (1), ha analizzato 10 giovani sani (età media 22 anni) e 17 anziani (età media 65 anni). I ricercatori hanno somministrato una miscela di traccianti amminoacidici stabili, in un’unica soluzione, con infusione lenta e costante.
I soggetti più anziani arruolati erano caratterizzati da un indice di massa corporea (BMI) più elevato dell’11% e una massa grassa più alta del 27% rispetto ai soggetti più giovani. Nonostante non ci fossero differenze di massa magra tra i due gruppi, gli anziani mostravano un picco di forza di estensione della gamba ridotto del 27%.
Tra i due gruppi non sono state riscontrate differenze nell’attività fisica, nell’assunzione dietetica, nell’umore e nella funzione cognitiva. Nono sono state osservate differenze nel catabolismo proteico tra giovani e anziani.
Livelli di amminoacidi negli anziani
Nell’anziano, la clearance dell’arginina era diminuita, mentre la clearance di glutammina, leucina e acido alfa-chetoisocaproico (chetoacido derivante dalla leucina) erano significativamente aumentate.
I soggetti anziani avevano valori più alti di circa il 40% della produzione corporea totale di glutammina e di tau-metilistidina (indice sensibile di degradazione delle proteine miofibrillari durante il digiuno).
La produzione corporea totale di arginina negli anziani è risultata minore del 26% e la produzione corporea totale dell’acido beta-idrossi beta-metil-butirrico (HMB) era inferiore del 50%.
Nei due gruppi analizzati non sono state trovate differenza nella concentrazione plasmatica di leucina, tuttavia negli anziani vi è una chiara riduzione della conversione della leucina in HMB. Al momento, non si comprende la causa ma tale riscontro potrebbe favorire un possibile intervento con HMB negli adulti più anziani. Una corretta integrazione potrebbe avere potenziali effetti positivi sulla massa muscolare.
Integrazione negli anziani
Studi precedenti avevano già dimostrato che, quando l’HMB viene somministrato come integratore alimentare, può ridurre la perdita muscolare correlata al riposo a letto negli anziani.
Come per gli amminoacidi ramificati (BCAA), ci sono prove che l’HMB possa influenzare positivamente il metabolismo delle proteine aumentando la sintesi proteica muscolare e riducendo la degradazione. Inoltre, l’HMB è in grado di migliorare la capacità funzionale (forza, potenza e prestazioni aerobiche), soprattutto nei soggetti non allenati.
Lo studio riportato presenta dati incoraggianti riguardo i possibili effetti positivi sulla massa muscolare attraverso l’integrazione con HMB, soprattutto nei soggetti più anziani; tuttavia, sono necessari ulteriori studi per avvalorare tale ipotesi.
Appare inoltre opportuno disegnare nuovi protocolli di studio al fine di analizzare popolazioni più specifiche quali gli atleti di élite e i soggetti che praticano regolarmente uno sport anaerobico a intensità vigorosa.
1: Deutz NEP, Thaden JJ, Ten Have GAM, Walker DK, Engelen MPKJ. Metabolic phenotyping using kinetic measurements in young and older healthy adults. Metabolism. 2018 Jan; 78:167-178. doi: 10.1016/j.metabol.2017.09.015. Epub 2017 Oct 3. PubMed PMID: 28986165; PubMed Central PMCID: PMC5732887