In molti Paesi del mondo gli insetti commestibili fanno parte della dieta quotidiana e sono considerati una vera prelibatezza. Nell’Italia contemporanea, caratterizzata dalla continua e frenetica ricerca del nuovo, anche la tradizione culinaria ha subito l’influenza dei Paesi stranieri, accogliendo, talvolta con entusiasmo, talvolta con giustificata perplessità, tutte le innovazioni gastronomiche divenute parte integrante del nostro bagaglio alimentare.
Assuefatti da involtini primavera, sashimi e kebab, gli italiani hanno deciso di estendere i propri orizzonti e aggiungere alla lista della spesa anche quegli alimenti che fino a qualche tempo fa non avrebbero potuto concepire come cibo. In questa prospettiva, gli insetti hanno ricevuto molta attenzione e sono stati valutati come un’alternativa potenzialmente nutriente e sostenibile dal punto di vista ambientale, se paragonati alle fonti proteiche più tradizionali.
Indice
Mangiare insetti: una pratica millenaria
L’entomofagia, il consumo di insetti per scopi alimentari, è praticata dall’uomo da millenni. Secondo i dati raccolti della FAO (Food and Agricolture Organization), più di 2.000 specie di insetti vengono abitualmente consumati in 90 Paesi del mondo. Tra i più palatabili figurano:
- i coleotteri,
- i bruchi,
- le api,
- le vespe,
- le formiche,
- le cavallette,
- le locuste,
- i grilli.
“Vi sarà pure in abominio ogni insetto alato che cammina su quattro piedi. Però, fra tutti gl’insetti alati che camminano su quattro piedi, mangerete quelli che hanno gambe al disopra de’ piedi per saltare sulla terra. Di questi potrete mangiare: ogni specie di cavalletta, ogni specie di solam, ogni specie di hargol e ogni specie di hagab. Ogni altro insetto alato che ha quattro piedi vi sarà in abominio”. Levitico 11:20-23.
La consuetudine di mangiare insetti era già documentata nell’Antico Testamento ma questa tradizione affonda radici ben più antiche nella storia evolutiva dell’uomo. Studiando le abitudini alimentari dei Primati, si può ipotizzare che gli insetti e altri invertebrati rappresentavano una fetta importante della dieta dei nostri antenati umani. L’analisi isotopica delle ossa di Australopiteco suggerisce una dieta composta in gran parte da insetti che si nutrivano di Graminacee. Eppure, l’idea di assaporare uno di questi animaletti provoca un senso di disgusto nella maggior parte delle popolazioni occidentali.
Insetti commestibili: il business delle nuove proteine
Gli insetti hanno attirato l’interesse di scienziati, chef e uomini d’affari, sempre più interessati a trovare nuove fonti di proteine e, secondo le relazioni della FAO e altre organizzazioni internazionali, il mini-bestiame, se utilizzato per la produzione di mangimi e alimenti, potrebbe portare notevoli vantaggi sia in termini economici, che ambientali e nutrizionali.
Per determinare le caratteristiche nutrizionali comuni alle oltre 2.000 specie di insetti commestibili sembra ancora presto; tuttavia, rispetto alle carni di manzo, maiale e pollo, il contenuto proteico è mediamente simile.
Sebbene la maggior parte degli insetti commestibili abbia livelli limitati di triptofano o lisina, i punteggi degli aminoacidi essenziali variano dal 46% al 96%. Oltre alle proteine, il mini-bestiame sembra contenere maggiori quantità di acidi grassi polinsaturi (anche se il contenuto varia significativamente a seconda della specie e dalla loro dieta) e livelli più elevati di:
- minerali, tra cui ferro e zinco;
- vitamine B1, B2 e B3 rispetto ad altri animali da allevamento.
Questi dati risultano particolarmente interessanti per la dieta di donne e bambini, specialmente nei Paesi in via di sviluppo.
Mangiare insetti: la normativa europea
La Commissione Europea al momento investe notevoli risorse economiche in un progetto di ricerca per esplorare la fattibilità dell’uso delle proteine degli insetti commestibili nei mangimi, soprattutto per i molteplici potenziali vantaggi legati all’ecosostenibilità. La Commissione sta anche valutando come sviluppare politiche che riflettano il potenziale uso degli insetti come nuovi alimenti per gli esseri umani e per gli animali.
Nel rispetto del regolamento europeo, i “novel food” devono essere sottoposti a una specifica autorizzazione all’immissione in commercio e, alcuni Stati membri, hanno già ammesso alcune specie di insetti in un regime cosiddetto di tolleranza, in attesa dell’effettiva approvazione.
In Italia, al contrario, nessuna specie è attualmente reperibile in commercio. Le perplessità provengono dalla limitata documentazione scientifica riguardo soprattutto i potenziali danni per la salute.
Insetti commestibili: rischi e valutazioni
Sull’introduzione di insetti commestibili nell’alimentazione devono essere considerati alcuni elementi. Occorre innanzi tutto valutare attentamente eventuali rischi, quali:
- Allergie,
- Contaminazione microbiologica in ogni fase della produzione (raccolta, stoccaggio e trasporto),
- Contaminazione chimica con sostanze note o anti-nutrienti,
- Malassorbimento e alterazione della crescita legati al consumo di insetti commestibili,
- Patologie ematologiche,
- Rischio farmacologico.
Per questi nuovi alimenti, così come per tutti gli altri ormai consolidati dalla tradizione, si rendono necessari il controllo dei processi di produzione, la tracciabilità, la sicurezza sugli standard qualitativi e sanitari; inoltre, resta tuttora in sospeso la regolamentazione circa l’uso di antibiotici, probabilmente necessari anche negli allevamenti di insetti.