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Integratori alimentari per lo sport: efficacia vs pubblicità

L’industria degli integratori alimentari per lo sport ha subito una crescita esplosiva negli ultimi anni, tuttavia questo mercato è privo di regole e confini stabiliti.

Euromonitor International ha pubblicato nel 2018 il report “Trends and drivers of sports nutrition Industry” secondo il quale il giro d’affari degli integratori e alimenti per lo sport nel 2016 ha contato 12 miliardi di dollari, incrementando il fatturato di quasi 5 miliardi in 5 anni.

Si stima che nel 2021 possa addirittura superare gli 80 miliardi di dollari, coinvolgendo sia gli atleti professionisti e agonisti sia gli sportivi a livello amatoriale sia i soggetti sedentari; questi ultimi sicuri di ottenere il fisico desiderato ingurgitando pasticche e compresse comodamente seduti sul divano di casa propria.

 

Indice

 

Quali prodotti ci sono in commercio

I prodotti in commercio sono formulati e pubblicizzati come elisir per ogni aspetto della salute:

  • incremento della massa muscolare
  • diminuzione del grasso corporeo
  • antiaging
  • riduzione della stanchezza
  • regolarità intestinale

Sebbene quotidianamente vengono immessi nel mercato nuovi prodotti con formulazioni arricchite e migliorate, gli integratori per lo sport maggiormente venduti restano:

  • le barrette proteiche
  • gli amminoacidi ramificati ed essenziali
  • la creatina
  • le proteine in polvere

In tempi relativamente recenti hanno fatto la loro comparsa trionfale anche le varianti vegetariane, vegane, per gli intolleranti al lattosio e al glutine.

Integratori alimentari per lo sport: pochi controlli

È convinzione comune che i supplementi nutrizionali e gli integratori per lo sport debbano subire controlli stringenti per verificarne sicurezza ed efficacia ma spesso questa prassi è pura utopia.

In realtà il mondo degli integratori è alquanto carente in termini di regolamentazione. Per fare un solo esempio, questi prodotti non sono attualmente soggetti alla normativa del pre-market.

Come recita l’art.2 della DIRETTIVA 2002/46/CE per integratori si intendono: “prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate”.

Quali sono i rischi di assumerli?

L’alimentazione sportiva è fondata erroneamente sul consumo di polveri da assumere nel pre o nel post workout, bevande proteiche o energetiche e compresse ad effetto brucia grassi o stimolanti del testosterone o dell’ormone della crescita.

I prodotti in questione sono comodamente reperibili al supermercato, nei negozi specializzati, in farmacia senza prescrizione medica o facilmente acquistabili tramite web.

L’assenza di una normativa strutturata e definita e la facilità con cui è possibile farne scorta espone gli ignari utenti a pericoli rilevanti per la salute. Basti pensare al rischio di ipervitaminosi o agli squilibri elettrolitici che possono derivare da un uso non consapevole dei supplementi.

Se il cibo che consumiamo quotidianamente può, a tutti gli effetti, essere considerato alla stregua di un farmaco, è intuitivo che gli integratori possono agire da agenti terapeutici e, come tali, presentare effetti collaterali nocivi e spiacevoli, quando utilizzati senza criterio e senza le dovute conoscenze tecniche in merito a dosaggio, sinergia e interazione.

Conviene davvero assumere integratori alimentari per lo sport?

Parafrasando le parole del celebre medico rinascimentale Paracelso: “Tutto è veleno, e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto”.

Da quanto emerge attualmente dall’analisi della letteratura scientifica disponibile, sembra che l’utilizzo degli integratori alimentari non sia giustificato, salvo i casi di accertata carenza di uno specifico nutriente.

Riguardo l’utilità e l’efficacia di tali prodotti il dibattito è ancora fortemente acceso e molti autori li ritengono potenzialmente dannosi per la salute, soprattutto in riferimento ai multivitaminici e ai minerali.

L’appello va rivolto agli utenti finali, ai diretti consumatori, nella speranza che comprendano la necessità di rivolgersi ad un professionista qualificato per la pianificazione e la gestione di un piano di allenamento, alimentazione e integrazione che sia corretto, adeguato, bilanciato e, cosa più importante, personalizzato.

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